Uno studio condotto da un neuro-scienziato britannico dimostra che la musica classica migliora la qualità dell’allenamento.
In genere i centri fitness utilizzano come “colonna sonora” per l’allenamento musica dance poiché si ritiene che il ritmo incalzante stimoli le persone a impegnarsi maggiormente. Il dottor Jack Lewis, neuro-scienziato britannico, ha recentemente studiato il rapporto tra melodia ed esercizio fisico, scoprendo che la musica classica è l’accompagnamento più efficace, in grado di migliorare la qualità e l’intensità dell’allenamento. Più esattamente ha rilevato che questo genere stimola la velocità dei movimenti, la forza e la resistenza, senza provocare un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna. E tutto ciò associato a un’inferiore percezione dello sforzo compiuto e a un abbassamento della produzione di cortisolo, l’ormone associato allo stress.
Il dottor Lewis ha inoltre fatto sapere che per ottenere i migliori risultati è importante che la musica sia in sintonia con il ritmo cardiaco, ovvero che le intensità di entrambe crescano e decrescano simultaneamente. E al tempo stesso suggerisce di ascoltare i brani utilizzati per l’allenamento anche prima di iniziarlo, prediligendo i motivi che hanno una valenza sentimentale. «Allenarsi con un sottofondo musicale ritenuto piacevole – ha detto il neuro-scienziato britannico – stimola la corteccia premotoria, ovvero l’area del cervello coinvolta nella pianificazione dei movimenti. Quindi, più la musica è di nostro gusto, più l’allenamento sarà efficace».
Infine, l’insolito studio condotto dal dottor Lewis ha stilato una vera e propria playlist ideale i cui brani sono associati a specifiche frequenze cardiache: Rock with you di Michael Jackson (116 battiti al minuto, ideale per il riscaldamento); Sinfonia numero 4 di Beethoven (140 bpm); Pass out di Tinie Tempah (180 bpm, il picco d’intensità dell’allenamento); Heart of gold di Johnny Cash (per il defaticamento).
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