Il talento non è un merito personale

Amos Bardi – alter ego di Andrea Bocelli – fin da giovanissimo presenta una dote innata per il canto. Affetto da un glaucoma che lo rende quasi cieco, è costretto ad affrontare numerosi interventi chirurgici e, in età scolare, a separarsi dalla famiglia per entrare in un istituto per non vedenti e imparare il Braille. Nonostante un incidente aggravi la sua malattia, Amos non si arrende a chi scredita il suo talento e farà di tutto per coronare il suo sogno per diventare un tenore.

  Ho cercato di rispettare l’umanità dei personaggi, cercando di fare un film che fosse il più italiano possibile, anche se gli attori recitavano in inglese. La grande sfida è stata quella di non cadere nei luoghi comuni con cui a volte vengono rappresentati gli italiani.
Michael Radford

Presentato in anteprima mondiale a Firenze domenica 17 settembre, il film è un biopic che racconta oltre quarant’anni di vita del Maestro, attraverso un “linguaggio [cinematografico] diverso da qualsiasi altro”. Consapevole di questo, Radford ha voluto “drammatizzare” alcuni snodi salienti del passato del Tenore che, da parte sua, “ha lasciato piena libertà agli autori in fase di scrittura, per una chiara reinterpretazione dei fatti.”
Andrea Bocelli ha seguito le riprese con “l’interesse di chi si avvicina a un mondo che conosce poco o niente, con curiosità e una specie di ansia di sapere, di capire e di conoscere.” Su Toby Sebastian, che ha interpretato il suo alter-ego, si esprime con un lungo elogio: “ha colto l’essenza del mio modo di comportarmi, di muovermi. Lui mi ha incontrato nei luoghi dove ho vissuto l’infanzia, mi ha visto a cavallo, mi ha osservato nella quotidianità. È stato bravissimo.” Al suo fianco, Luisa Ranieri è la madre di Amos, una “donna molto determinata a sostenere il talento del figlio. Che ha sempre lasciato la possibilità al giovane di sperimentare, senza essere esageratamente apprensiva.” Nonostante siano state tante le difficoltà incontrate nel tratteggiare il disegno psicologico del personaggio, dichiara quanto “da mamma italiana, ho fatto molta fatica a mettere da parte le preoccupazioni nei confronti del piccolo Amos. Col regista abbiamo lavorato per sottrazione, cercando di andare oltre la malattia per mettere alla prova il bambino come faceva lei.”
La Musica del Silenzio è un film in cui l’attenzione si concentra sull’umanità delle persone che da sempre circondano Andrea/Amos e i luoghi in cui ha vissuto la giovinezza e l’infanzia. Trasposizione di un libro che ha un messaggio preciso, nelle parole di Bocelli, è una denuncia al caso che “non esiste, è un’illusione. Perché anche il talento in sé per sé non è un merito personale.” Un messaggio di cui fare tesoro per capire le origini e la caparbietà che hanno condotto Bocelli ad essere oggi un’eccellenza della musica classica e un uomo fermamente convinto che ogni vita risponde a una regia ben precisa.

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